Il coach della Germani può finalmente tornare a sorridere: “Non è una semplice vittoria, ci dà tanta fiducia. Ora vogliamo tornare a conquistare casa nostra, anche se con Tortona e Venezia sarà difficilissimo”
Varese. Per Alessandro Magro è il momento di uscire dall’apnea. La Germani torna a vincere e lo fa dopo una partita durissima, bellissima, ma nella quale gli uomini in biancoblù stavolta ci hanno messo qualcosa in più del solito. Il conteggio finale dei rimbalzi è eloquente su chi ha avuto quella voglia in più di prendersi tutto il bottino: 43 a 22 per Brescia.
“Era una partita difficile – argomenta in conferenza stampa Magro – e chi l’ha vista da fuori credo si sia divertito. E’ stata molto bella, da grandi numeri. Sapevo sarebbe stata ad alto punteggio per il modo di giocare di Varese. Oggi si sono affrontate due filosofie diverse: noi con la voglia di attaccare l’area con Bilan e Burnell, loro con la capacità di tirare e segnare con fluidità da tre. Ne sono uscite due prestazioni monstre, di Bilan e Mannion, faccio i complimenti a Nico per come si sta ritrovando”.
Dopo quattro sconfitte in cinque partite siete tornati a vincere, quanto sono state importanti le motivazioni?
“Anche Varese voleva fortemente questi due punti per la salvezza, noi potevamo sembrare un boccone ghiotto alla vigilia visto il momento che stavamo passando inoltre ci siamo presentati senza Cobbins e abbiamo perso Gabriel a metà del secondo quarto, dovendolo portare in ospedale perchè vomitava sangue dopo aver preso una gomitata (sfondamento di Gilmore in ripartenza, ndr). Abbiamo perso tanti palloni, siamo stati affrettati in parecchie situazioni e quando Varese nell’ultimo quarto continuava a rientrare potevamo anche disunirci invece siamo rimasti uniti. E’ il nostro momento più difficile, ma questa partita non è una semplice vittoria, ci dà tanta fiducia, su un campo dove avevamo quasi sempre perso. Ora dobbiamo difendere casa nostra, ci aspettano due partite difficili con Tortona e Venezia”.
A rimbalzo avete dominato, è stata una chiave se non addirittura la chiave per prendere sempre più fiducia con nuovi tiri?
“Sapevamo che loro non vanno o vanno poco a rimbalzo, noi invece sappiamo di avere quest’arma e con quella gli abbiamo negato tante transizioni. Abbiamo preso ben 19 rimbalzi in attacco. Poteva finire in un altro modo questa partita, ma quella di Mannion resta mostruosa. Ci sarebbe da fermarsi e regalargli il pallone. Ho scelto di farlo marcare da Petrucelli, che non è certo l’ultimo arrivato, ma di più non potevamo proprio fare”.