Riflettori sul nuovo acquisto della Germani, che torna nella sua città dopo 8 anni. Il coach di Cremona l’ha allenato due stagioni fa, l’ex vice di Diana ai tempi della Centrale del latte promossa in serie A
Brescia. Lo sport fa giri strani, racconte storie incredibili e sa emozionare quando meno te l’aspetti. Il ritorno a Brescia di Joseph Mobio, otto anni dopo che il ragazzo del Villaggio Sereno aveva spiccato il volo per provare a costruirsi una carriera da professionista, incuriosisce anche perché quell’imberbe 18enne – arrivato nella nostra città da bambino dopo essere nato a Tivoli da genitori espatriati dalla Costa d’Avorio e plasmatosi nel settore giovanile della Virtus Brescia – è nel frattempo diventato un uomo fatto e finito e soprattutto un giocatore sul quale Poeta può far conto, sfruttando anche l’entusiasmo di chi torna a casa dopo aver vinto tre volte l’A2 ed è pronto a sbarcare per la prima volta nel massimo campionato con un’alta aspettativa di minutaggio.
Demis Cavina ha allenato Mobio due stagioni fa nella Vanoli Cremona (campionato di A2 chiuso con la promozione) e in esclusiva per Bresciacanestro.com ci racconta che giocatore può attendersi il popolo biancoazzurro, che l’ha inevitabilmente perso di vista. “Comincio col dire che Joseph è una persona straordinaria con alle spalle una famiglia straordinaria. Li vedo sempre con grande piacere, mi lega a loro un affetto sincero. E’ uno dei tanti giocatori con cui ancora mi sento – dice Cavina – tra noi si è creato un bel feeling. Sono molto contento che riesca a fare finalmente un campionato di serie A dopo tante promozioni. Merita questo traguardo. Avevamo pensato di fare con lui questo percorso l’anno scorso a Cremona, ma poi le strade si sono separate, contento lo faccia a Brescia, la sua città. Sono anche contento del fatto che essendo vicino potremo vederci più spesso di quanto non sia accaduto nell’ultimo anno”.
Che giocatore è diventato Joseph Mobio?
“Di grande energia, un facilitatore tecnico e di spogliatoio. In campo fa tante cose che nel nostro sport definiamo untouchables, quelle che poi fanno vincere le partite e anche i campionati. Ha grande cuore, ma è limitativo dire solo questo di lui. A Cremona abbiamo apprezzato anche i suoi miglioramenti tecnico-tattici, ormai ha un tiro consistente, piazzato, ha imparato a usare la sua strabordanza fisica per giocare insieme al suo corpo”.
Max Giannoni, attuale vice allenatore della LuxArm Lumezzane, ha allenato Joseph Mobio nell’annata 2015-16 quando il ragazzo completava il roster della Centrale del Latte poi promossa in A dopo la finale playoff contro la Fortitudo Bologna. “Quando arrivò da noi in prima squadra era veramente solo un ragazzino – dice colui che all’epoca era assistente di Andrea Diana – ma possedeva già una fisicità importante. Si vedeva che aveva dei numeri, anche se era ancora molto giovane. E’ stato bravo a costruirsi una carriera lontano da casa, migliorando il suo tiro, che non sarà eccellente in movimento, ma è molto buono da piazzato. Fisicamente è diventato sempre più grande: di recente ho visto una sua foto, con la barba, e ho fatto persino fatica a riconoscerlo. Si affaccia per la prima volta in A1 dopo aver fatto per anni parte di progetti vincenti in A2. Torna a casa con una bella corazza e sono convinto – conclude Giannoni – che sarà utile non solo per un apporto in allenamento, ma riuscirà a costruirsi anche minuti importanti in campo”.
(Nella foto in evidenza: Max Giannoni e Demis Cavina)