DELLA VALLE: “UN ONORE ESSERE QUI DA PIU’ TEMPO DI TUTTI. SIAMO UNA SQUADRA ATIPICA, NEI PRIMI MOMENTI DIFFICILI CAPIREMO COSA POTREMO DIVENTARE. CON IVANOVIC SONO MOLTO LEGATO”

Il capitano dopo i primi test e alla vigilia del Memorial Ferrari: “Quest’anno potrei tornare a tirare di più, ma per ora è un qualcosa che posso solo immaginare”

Brescia. In questa Germani ci sono tanti volti nuovi ed un po’ di equilibri da trovare in vista dell’esordio in campionato: ci sono però anche tante certezze e moltissima esperienza nel basket europeo di alto livello, soprattutto nel backcourt in cui figurano Nikola Ivanovic e Amedeo Della Valle. Il montenegrino a “soli” 30 anni ha già alle spalle 13 stagioni da professionista arricchite da un ottimo palmarès: il nativo di Alba è invece il veterano e la bandiera di questa Germani, nonchè l’unico giocatore ad essere rimasto a Brescia dalla stagione 2021-22. Entrambi hanno rilasciato alcune riflessioni sulla squadra e sul precampionato in corso ai giornalisti presenti.

Amedeo Della Valle, come ci si sente ad essere il veterano e la bandiera della squadra, nonchè l’unico giocatore rimasto a Brescia negli ultimi 4 anni?

“E’ bello, poi cambiano alcune cose: inizi a guardarti attorno, vedi un po’ di giovani e pensi che una volta lo eri anche tu… C’è una bella differenza di età con un po’ di giocatori, ma è bello perché riesci a percepire e a ricavare dai giovani una grande energia: c’è sempre la voglia di rimanere in forma. Ormai sono il giocatore ad essere rimasto per più tempo in questo gruppo e sono contento, è un onore esserlo per una città come Brescia. In questi anni mi sono abituato e ci siamo abituati benissimo e speriamo di continuare così: giocare per stare nei piani alti è sempre una cosa stimolante. Non so quanti anni ancora rimarrò qua e spero sempre di continuare a giocare ad alto livello”.

Come paragoneresti la squadra di quest’anno a quelle degli scorsi anni?

“Quella di quest’anno è una squadra più atipica: gli anni scorsi eravamo abituati a ruoli più definiti con prime e seconde linee più chiare. Quest’anno ci sono più giocatori intercambiabili: non so ancora trarre conclusioni dalle poche amichevoli giocate, ma posso dire che a livello di esperienza siamo messi molto bene. Abbiamo preso due giocatori che hanno giocato in pianta stabile in Eurolega (Ivanovic e Ndour, ndr): ci sono giocatori che di basket di alto livello ne hanno visto. Poi però è il gruppo che fa la differenza: gli anni scorsi siamo sempre stati molto compatti e dovremo esserlo anche quest’anno. Tutte le squadre attraversano momenti complicati durante l’anno ed è lì che arriva il difficile: all’inizio della stagione è tutto facile, è solo in quei momenti che vedremo come potremo venirne fuori”.

L’ultima stagione è stata quella in cui hai tirato di meno e creato meno assist da quando sei a Brescia: era una Germani con giocatori dalle caratteristiche diverse rispetto a quella di adesso e con tanti attaccanti di alto livello. Quest’anno pensi di doverti prendere più responsabilità?

“Non è una cosa che si decide a tavolino, dipende dalle caratteristiche della squadra. E’ vero, l’anno scorso ho tirato di meno anche perchè non aveva senso che io scendessi in campo per fare 20 punti a partita: la squadra girava, andava bene ed era prima, non dovevo strafare. Devo pensare a posizionare bene i compagni: azzardo che con questo tipo di squadra potrebbero esserci più partite in cui magari arrivo a provare fino a 10 tiri… Ma è una cosa che sto solo immaginando sulla carta vedendo le caratteristiche dei giocatori, adesso non posso saperlo. Poi dipende molto dalle situazioni: negli ultimi 3 anni la regola è stata quasi sempre quella di raddoppiarmi sul pick and roll e costringermi a passare la palla. A quel punto cerco sempre di coinvolgere gli altri e mi diverto a farlo: per esempio, l’anno scorso nella partita di ritorno a Cremona coach Cavina propose contro di me due quarti di box and one e mi è piaciuto affrontarla, nonostante l’esito della partita. E’ comunque stimolante cercare di alzare il livello e questo non per forza passa dai punti segnati singolarmente”

Sei contento di ritrovare come compagno Nikola Ivanovic dopo l’esperienza a Podgorica?

“Siamo molto legati, è un giocatore di grande intelligenza ed è molto competitivo, oltre ad essere un bravissimo ragazzo. Ho passato con lui una stagione molto interessante in Lega Adriatica: sono contento perché al di là delle qualità del giocatore è un ottimo compagno di squadra”